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ARTE TERAPIA

 

Da Settembre riprendono gli incontri di Arte Terapia individuali e di gruppo in studio privato

 a Vimercate presso il nuovo spazio espressivo Tara7 (www.tara7.eu)
Uno spazio creativo per dare colore, forma e voce alle vostre emozioni,

un luogo protetto e rassicurante dove sperimentare

e sperimentarsi attraverso i materiali artistici.

 

 

 Vuoi avere maggiori informazioni?

 

Contattami a: 338 9105586 oppure info.sentiericreativi@gmail.com

 

 

 

 

Che cos'è l'Arte Terapia?

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Nell'atto di creazione di ciascun individuo l'arte nutre l'anima,

Coinvolge le emozioni e libera lo spirito(...).

L'arte (…) ci riappropria, materialmente e simbolicamente,

del diritto naturale di produrre un'impronta che nessun altro

potrebbe lasciare ed attraverso la quale esprimiamo

la scintilla individuale della nostra umanità.[1]

 

 

“L'arte non riproduce ciò che è visibile,

ma rende visibile ciò che non lo è.”

 

 

(Paul Klee)

 

 

 

Cos'è l'Arteterapia? Si definisce Arteterapia un insieme di metodiche inquadrabili in diverse aree concettuali (psicoanalitica, cognitivista, relazionale, ecc.) finalizzate alla promozione umana con scopi riabilitativi, psicopedagogici, psicoterapeutici e preventivi di qualunque forma di disagio psicosociale, che prevedano l’uso sistematico di pratiche espressive visivo-plastico-pittoriche tradizionalmente considerate artistiche.[2]

L'Arteterapia si concretizza, quindi, come intervento di aiuto e di sostegno a mediazione non verbale attraverso l'uso dei materiali artistici, e si fonda sul presupposto che il processo creativo messo in atto produca benessere, salute e migliori la qualità della vita.

 

 

Arte come terapia

 

 

Fin dall'antichità l'arte ha avuto un ruolo nelle pratiche di salute. In ambito antropologico e sociologico si trovano innumerevoli testimonianze sull’utilizzo dell’espressione simbolica come elemento importante e necessario nei riti di guarigione. Edith Kramer (1971) ritiene il processo artistico di per sé un mezzo di cura. All’interno di una prospettiva che intende “l’arte come terapia”, Kramer ne indicherà le principali funzioni: sostegno dell’Io, sviluppo di un senso di identità, promozione di una generale maturazione. Di particolare rilievo è la seguente affermazione: “La sua principale funzione [è quella di] contribuire allo sviluppo di un’organizzazione psichica che sia capace di funzionare sotto pressione, senza crollare e senza dover ricorrere a infirmanti misure difensive”.[3] La Kramer pone dunque l'accento sull'importanza dell'arte come mezzo capace di creare “una zona di vita simbolica”, dove diviene possibile sperimentare pensieri ed emozioni, superare i conflitti, essere più consapevoli delle antinomie della vita e dipanare il caos.

L'arte in quanto espressione diretta, immediata, spontanea, arcaica ed istintiva permette di rivelarci a noi stessi e agli altri, utilizzando segni e simboli. “L'impulso artistico è un bisogno umano fondamentale, un tratto della nostra specie altrettanto naturale quanto il linguaggio, l'interazione sociale, il sesso e l'aggressività.”[4] La necessità di comunicare utilizzando mezzi non verbali, infatti, è antica quanto l’uomo. Sin dalla preistoria l’essere umano ha avvertito il bisogno di rendere manifesto il proprio mondo esteriore ed interiore e ha potuto farlo ricorrendo a varie forme di espressione artistica, tra cui la pittura e la scultura. Possiamo dire quindi che da sempre l’arte è considerata una forma di comunicazione importante in quanto permette di arrivare là dove le parole, a volte, non riescono.

 

Per questa sua peculiarità, l'arte è stata spesso oggetto di interesse per molti studiosi di psicologia. Freud riteneva il prodotto artistico uno specchio del mondo interno del soggetto, delle sue strutture e dei suoi processi psichici. Anche Jung aveva capito che le arti costituiscono delle vie di accesso ai sentimenti e alla comprensione di sé, e vedeva nell'inconscio una fonte di benessere e di trasformazione.[5] Per lui l'opera artistica ha però un significato che supera il piano individuale e abbraccia quello collettivo, fatto di simboli e archetipi universali. L’Arteterapia si basa quindi sulla potenzialità del processo creativo e sull’arte quale medium privilegiato per entrare in contatto con la profondità del nostro essere.

 

Dobbiamo immaginare la seduta di Arteterapia come un “foglio bianco”: il soggetto deve essere libero di esplorare il proprio immaginario. I materiali artistici innescano e facilitano l’accesso al registro simbolico e la successiva traduzione di emozioni, desideri, ricordi, immagini personali in forme visibili e concrete. In questo modo il soggetto può diventare più consapevole delle parti di sé più profonde e ricche di senso, può distaccarsene e riconoscerle come proprie arrivando ad elaborare i propri vissuti, coinvolgendo creativamente gli altri in questo processo. E’ inoltre fonte di soddisfazione personale e di benessere potersi riconoscere in ciò che si è realizzato, non tanto per il valore “economico” del prodotto finale, bensì perché attraverso la manipolazione, i gesti, il contatto con i materiali, si è verificato un aumento dei nostri gradi di libertà.

 

L’ Arteterapia, attraverso la sperimentazione e l'uso delle tecniche artistiche (grafico-pittoriche e plastiche) e grazie ad un contesto rassicurante e protetto, può consentire alla persona la realizzazione di manufatti che, decodificati, diventano simboli altamente comunicativi. A partire da tale disvelamento, è possibile accompagnare la persona in un percorso di rielaborazione simbolica funzionale a migliorare l'immagine di sé, a trovare nuove risposte e/o strategie per far fronte al disagio, a cogliere opportunità di cambiamento.

 

 

©Camilla Cardente

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

[1] Warren B., Arteterapia in educazione e riabilitazione, Centro Studi Erickson, 1995.

[2] Tratto dallo Statuto A.P.I.Ar.T., (Associazione Professionale Arte Terapeuti), articolo nr. 2.

[3] Kramer E., Arte come terapia nell'infanzia, La Nuova Italia, Firenze, 1971.

[4] Malchiodi C. A., Arteterapia: l'arte che cura, Giunti Editore, 2009.

[5] Ibidem.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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